ATLANTE DI CHIRURGIA DELL’URETRA II

Editore: Edizioni Polistampa, Firenze.
Guido Barbagli

Volume in vendita presso l’Editore Edizioni Polistampa
Il volume comprende tre diversi capitoli dedicati alle tecniche di uretroplastica per le stenosi dell’uretra navicolare, dell’uretra peniena e dell’uretra bulbare.
Complessivamente, nel volume sono descritte, step-by-step, 10 differenti tecniche per la ricostruzione dell’uretra anteriore, con procedure in uno o due tempi, illustrate da disegni in bianco e nero e fotografie a colori di sequenze intra-operatorie.
La presentazione del volume è a cura di George D. Webster:
”La chirurgia ricostruttiva delle stenosi dell’uretra è in continua evoluzione. In passato, la maggior parte delle stenosi venivano trattate con interventi in più tempi, mentre oggi queste tecniche sono per lo più impiegate nelle stenosi complesse. La chirurgia ricostruttiva in tempo unico, con le sue numerose varianti, rappresenta attualmente la soluzione più accreditata. Nel trattamento delle stenosi dell’uretra, la meticolosa esecuzione dell’intervento e soprattutto la corretta selezione della tecnica più adeguata sono i fattori che ne determinano la riuscita. Non esiste una tecnica chirurgica che possa essere impiegata per tutti i tipi di stenosi ed il chirurgo deve conoscere un ampio ventaglio di soluzioni per poter selezionare la più idonea. La sede, la lunghezza, le caratteristiche della stenosi, nonché la vicinanza od il coinvolgimento dello sfintere distale sono tutti fattori che condizionano la scelta della tecnica chirurgica. Lo scopo del chirurgo è quello di ripristinare un lume uretrale di adeguato calibro, evitando di compromettere la continenza urinaria e la funzione sessuale del paziente. Ogni intervento chirurgico sui genitali può compromettere l’attività sessuale, per cui la dissezione chirurgica deve salvaguardare il fascio neuro-vascolare del pene e l’uso di lembi cutanei liberi o peduncolati non deve compromettere la lunghezza del pene, causare una corda uretrale o alterare l’aspetto estetico dei genitali. Tutti questi fondamentali principi della chirurgia ricostruttiva dell’uretra anteriore sono stati enfatizzati dal Dottor Barbagli in questo Atlante. La chiarezza delle illustrazioni è eccezionale e la rappresentazione schematica delle tecniche ne facilita notevolmente la comprensione. Le tavole a colori insieme alle illustrazioni rendono il testo molto piacevole. Il Dottor Barbagli enfatizza l’impiego di lembi cutanei nella superficie dorsale dell’uretra e questa soluzione è indubbiamente vantaggiosa soprattutto nelle stenosi bulbari troppo lunghe per una anastomosi termino-terminale. Questa tecnica offre notevoli vantaggi rispetto alle uretroplastiche a lembo libero, nelle quali l’innesto è suturato nella faccia ventrale dell’uretra. La sua tecnica migliora l’attecchimento dell’innesto cutaneo che viene fissato e disteso su un sicuro letto vascolare ( la superficie dei corpi cavernosi ), che gli garantisce un’adeguata irrorazione e la distensione dell’innesto riduce il rischio di retrazione ed evita il formarsi di un diverticolo. L’impiego dei lembi cutanei con proprio peduncolo vascolare, secondo tecniche ormai classiche, rappresenta tuttavia un’alternativa nella ricostruzione dell’uretra pendula e della fossa navicolare, come documentato nel testo dalle illustrazioni. La riparazione chirurgica delle stenosi dell’uretra potrà ulteriormente migliorare e la successiva evoluzione sarà probabilmente nei materiali di sostituzione. L’uretroplastica dorsale descritta dal Dottor Barbagli rappresenta già una evoluzione, utilizzando il graft epidermico invece della cute a tutto spessore. Le tecniche che impiegano la cute del prepuzio rappresentano molto spesso la soluzione di prima istanza, ma spesso non sono possibili perché non vi è cute a sufficienza. La mucosa buccale rappresenta una eccellente alternativa ed in futuro le culture in vitro di linee cellulari epiteliali incrementerà l’uso di questa tecnica. È auspicabile che con questo Atlante, per la semplicità e la adattabilità delle tecniche illustrate, la chirurgia ricostruttiva dell’uretra passi dalle mani degli esperti a quelle degli urologi con un buon training. Tuttavia, bisogna sempre riconoscere che la chirurgia dell’uretra non perdona e che situazioni relativamente semplici, in mani non esperte, possono diventare grossi problemi ricostruttivi. Il detto: “ la prima volta è sempre la migliore” può essere vero anche nella chirurgia dell’uretra. Bisogna però anche sapere che nella chirurgia ricostruttiva dell’uretra il risultato finale non si misura in uno o cinque anni e che le recidive a distanza ci ricordano che l’uretra normale non ha ancora trovato un suo vero sostituto!”

George D. Webster, Duke University Medical Center, Durham, North Carolina, USA