Nel 1965, l’urologo americano Reed N. Nesbit dell’Università del Michigan, descrisse tre casi di giovani pazienti che presentavo una curvatura anomala del pene in erezione. Nesbit riportava che la curvatura, in questi pazienti, era dovuta ad una asimmetria nelle dimensioni dei corpi cavernosi. Questa anomalia non era mai stata descritta prima in letteratura. Nesbit descrive chiaramente, nel suo articolo, la tecnica da lui usata per correggere questa anomalia.
Dopo l’articolo di Nesbit, le segnalazioni in letteratura di pazienti con curvatura congenita del pene dovuta ad un asimmetrico sviluppo dei corpi cavernosi sono divenute sempre più numerose e la tecnica descritta, nel 1965, da Nesbit è diventata la tecnica più usata per correggere questa anomalia.
La curvatura congenita del pene dovuta ad un asimmetrico sviluppo dei corpi cavernosi è una anomalia congenita, che si palesa, in genere, dopo il completo sviluppo puberale, quando il pene ha incrementato le sue dimensioni. L’eziologia o causa di questa malformazione congenita non è stata ancora ben chiarita. La malformazione consiste in una asimmetria di sviluppo tra la faccia superiore e quella inferiore dei corpi cavernosi. La faccia superiore è maggiormente sviluppata (quindi più lunga), mentre quella inferiore è più corta perché non completamente sviluppata. Questa disproporzione in lunghezza tra la faccia superiore e quella inferiore dei corpi cavernosi, provoca una curvatura verso il basso del pene in erezione, perché la faccia superiore si allunga di più rispetto a quella inferiore e quindi il pene si curva verso il basso. La curvatura verso il basso è quella che più frequentemente si riscontra in questi pazienti, ma questa curvatura può essere anche laterale (destra verso sinistra o viceversa) quando l’asimmetria di sviluppo interessa la faccia laterale dei corpi cavernosi. Raramente la curvatura è verso l’alto, quando è la faccia inferiore dei corpi cavernosi ad essere più sviluppata di quella superiore.
L’intervento di correzione di questa anomali, descritto da Nesbit, consiste nell’accorciare la faccia più lunga dei corpi cavernosi riportandola alla lunghezza di quella più corta, quindi ristabilendo una simmetria in lunghezza tra le due superfici.
Questo accorciamento della faccia più lunga crea una diminuzione della lunghezza del pene in erezione, ma in genere questo non crea problemi nella attività sessuale, in quanto i pazienti con curvatura congenita del pene dovuta ad un asimmetrico sviluppo dei corpi cavernosi hanno sempre un pene molto più lungo della popolazione normale, per cui la perdita di 1 o 2 cm in lunghezza non penalizza l’attività sessuale di questi giovani.
In alcuni rari casi questa curvatura può essere complessa, associata cioè a rotazione del pene sul suo asse principale oppure interessare contemporaneamente la faccia superiore e quella laterale dei copri cavernosi, dando origine a curvature cosiddette a S italica. La correzione di questo tipo di curvature rappresenta un problema complesso e dovrebbe essere affidato a chirurghi con maturata esperienza in questo campo.
Dopo l’articolo di Nesbit, le segnalazioni in letteratura di pazienti con curvatura congenita del pene dovuta ad un asimmetrico sviluppo dei corpi cavernosi sono divenute sempre più numerose e la tecnica descritta, nel 1965, da Nesbit è diventata la tecnica più usata per correggere questa anomalia.
La curvatura congenita del pene dovuta ad un asimmetrico sviluppo dei corpi cavernosi è una anomalia congenita, che si palesa, in genere, dopo il completo sviluppo puberale, quando il pene ha incrementato le sue dimensioni. L’eziologia o causa di questa malformazione congenita non è stata ancora ben chiarita. La malformazione consiste in una asimmetria di sviluppo tra la faccia superiore e quella inferiore dei corpi cavernosi. La faccia superiore è maggiormente sviluppata (quindi più lunga), mentre quella inferiore è più corta perché non completamente sviluppata. Questa disproporzione in lunghezza tra la faccia superiore e quella inferiore dei corpi cavernosi, provoca una curvatura verso il basso del pene in erezione, perché la faccia superiore si allunga di più rispetto a quella inferiore e quindi il pene si curva verso il basso. La curvatura verso il basso è quella che più frequentemente si riscontra in questi pazienti, ma questa curvatura può essere anche laterale (destra verso sinistra o viceversa) quando l’asimmetria di sviluppo interessa la faccia laterale dei corpi cavernosi. Raramente la curvatura è verso l’alto, quando è la faccia inferiore dei corpi cavernosi ad essere più sviluppata di quella superiore.
L’intervento di correzione di questa anomali, descritto da Nesbit, consiste nell’accorciare la faccia più lunga dei corpi cavernosi riportandola alla lunghezza di quella più corta, quindi ristabilendo una simmetria in lunghezza tra le due superfici.
Questo accorciamento della faccia più lunga crea una diminuzione della lunghezza del pene in erezione, ma in genere questo non crea problemi nella attività sessuale, in quanto i pazienti con curvatura congenita del pene dovuta ad un asimmetrico sviluppo dei corpi cavernosi hanno sempre un pene molto più lungo della popolazione normale, per cui la perdita di 1 o 2 cm in lunghezza non penalizza l’attività sessuale di questi giovani.
In alcuni rari casi questa curvatura può essere complessa, associata cioè a rotazione del pene sul suo asse principale oppure interessare contemporaneamente la faccia superiore e quella laterale dei copri cavernosi, dando origine a curvature cosiddette a S italica. La correzione di questo tipo di curvature rappresenta un problema complesso e dovrebbe essere affidato a chirurghi con maturata esperienza in questo campo.
1. Domanda: Per questo tipo di intervento quale tipo di anestesia è previsto?
Risposta: Anestesia generale con intubazione oro-tracheale.
2. Domanda: Quante ore dura l’intervento?
Risposta: Circa 1 ora.
3. Domanda: Ci sono rischi per l’erezione, dopo l’intervento?
Risposta: No
4. Domanda: Quanti sono i giorni di degenza in ospedale previsti per questo intervento?
Risposta: In genere il ricovero ospedaliero varia da 2 a 4 giorni.
5. Domanda: Per quanto tempo dovrò portare il catetere nell’uretra dopo l’intervento?
Risposta: Il catetere deve rimanere in sede per 48 ore dopo l’intervento.
6. Domanda: Quali particolari limitazioni sono suggerite durante la convalescenza?
Risposta: Durante la convalescenza è suggerito l’uso di un antibiotico per via orale fino a che non viene rimosso il catetere. È suggerito di non effettuare attività sessuale.
7. Domanda: Quanto tempo dopo l’intervento potrò riprendere la mia attività sessuale?
Risposta: L’attività sessuale può essere ripresa un mese dopo l’intervento.
8. Domanda: Dopo l’intervento posso usare la bicicletta od il motorino?
Risposta: Si.
9. Domanda: Quali cibi e bevande devo evitare dopo l’intervento?
Risposta: Nessuno.
Risposta: Anestesia generale con intubazione oro-tracheale.
2. Domanda: Quante ore dura l’intervento?
Risposta: Circa 1 ora.
3. Domanda: Ci sono rischi per l’erezione, dopo l’intervento?
Risposta: No
4. Domanda: Quanti sono i giorni di degenza in ospedale previsti per questo intervento?
Risposta: In genere il ricovero ospedaliero varia da 2 a 4 giorni.
5. Domanda: Per quanto tempo dovrò portare il catetere nell’uretra dopo l’intervento?
Risposta: Il catetere deve rimanere in sede per 48 ore dopo l’intervento.
6. Domanda: Quali particolari limitazioni sono suggerite durante la convalescenza?
Risposta: Durante la convalescenza è suggerito l’uso di un antibiotico per via orale fino a che non viene rimosso il catetere. È suggerito di non effettuare attività sessuale.
7. Domanda: Quanto tempo dopo l’intervento potrò riprendere la mia attività sessuale?
Risposta: L’attività sessuale può essere ripresa un mese dopo l’intervento.
8. Domanda: Dopo l’intervento posso usare la bicicletta od il motorino?
Risposta: Si.
9. Domanda: Quali cibi e bevande devo evitare dopo l’intervento?
Risposta: Nessuno.
Risultati aggiornati al 31 dicembre 2013 | |||
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