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Anastomosi termino-terminale: L’intervento denominato “anastomosi termino-terminale” consiste nel sezionare completamente l’uretra nel punto in cui è presente la stenosi, asportare il tessuto cicatriziale e suturare insieme i due monconi ripristinando la continuità del canale. Questo intervento è uno di primi interventi descritti per la riparazione delle stenosi uretrali.
 
Ascessi: raccolte di pus nei tessuti periuretrali. Una grave infezione delle vie urinarie si può complicare con la presenza di sacche di pus nei tessuti periuretrali. In questo caso il paziente presenta anche febbre uro-settica, difficoltà minzionali e ritenzione di urine. Inoltre è ben apprezzabile nello scroto o nel perineo una massa rotondeggiante, arrossata e calda al tatto. Altre volte è presente la fuoriuscita di pus dall’uretra o da una fistola cutanea. Il paziente che presenta questa sintomatologia deve essere valutato, con urgenza, in ospedale.
 
Aumento della frequenza minzionale: il paziente deve andare a urinare frequentemente. Il paziente con frequenza minzionale avverte molto spesso lo stimolo per urinare, ogni ora o meno. Questo disturbo può essere presente sia di giorno che di notte (nicturia). Può essere presente una sensazione di dolore sovrapubico o retropubico, dovuto a un incompleto svuotamento della vescica. Questi sintomi possono essere alleviati dalla somministrazione di un generico antispastico o antidolorifico. L’uso degli antibiotici è consigliato solo dopo avere effettuato un esame culturale delle urine, per escludere la presenza di un’infezione urinaria, che può essere la causa di questo disturbo.
Cistouretrografia minzionale: Cistouretrografia minzionale: quando la vescica è stata riempita dal mezzo di contrasto, viene chiesto al paziente di urinare, in modo da visualizzare il canale uretrale che si riempie durante la minzione.
 
Difficoltà minzionale: il getto urinario è debole e fino e la minzione avviene con l’uso del torchio addominale. Il paziente riferisce che per urinare deve spingere usando la pressione addominale come per evacuare le feci. Anche spingendo il getto urinario rimane debole, s’interrompe in continuazione e alla fine della minzione è presente un marcato sgocciolamento post-minzionale. Inoltre, è sempre presente una sensazione di dolore sovrapubico o retropubico, dovuto a un incompleto svuotamento della vescica.
 
Diminuzione del getto urinario: il getto urinario è debole, non arriva al centro del water ma cade sulle scarpe. Il paziente riferisce che, urinando in piedi, il getto urinario non produce la classica parabola che lo indirizza verso il water, ma scende lentamente per caduta, e non avendo alcuna forza propulsiva cade sulle scarpe. Può anche presente una sensazione di dolore sovrapubico o retropubico, dovuto a un incompleto svuotamento della vescica.
 
Disuria: la minzione avviene con frequenza, dolore e bruciore al passaggio delle urine lungo il canale uretrale. Il paziente lamenta vari sintomi più o meno gravi, da un lieve fastidio durante la minzione ad un forte bruciore e dolore al passaggio delle urine lungo il canale uretrale. In questi casi è sempre presente una sensazione di dolore sovrapubico o retropubico, dovuto ad un incompleto svuotamento della vescica. Questi sintomi sono subito alleviati dalla somministrazione di un generico antispastico o antidolorifico. L’uso degli antibiotici è consigliato solo dopo avere effettuato un esame culturale delle urine, per escludere la presenza di un’infezione urinaria, che può essere la causa della disuria.
 
Diverticolo: Sono rappresentati da una dilatazione a sacca dell’uretra dove le urine rimangono sequestrate durante la minzione, fuoriuscendo successivamente con uno sgocciolamento post-minzionale. Queste malformazioni sono in genere localizzate nell’uretra bulbare.
 
Dolore addominale: fastidio o dolore in sede sovrapubica, sotto l’ombelico. Molti sintomi urinari possono avere una diretta o indiretta ripercussione sulla vescica. Quando la vescica rimane parzialmente o completamente piena di urine, perché il paziente ha difficoltà minzionali, può comparire un fastidio o forte dolore in sede sovrapubica, che aumenta con la pressione manuale. A volte questo dolore è associato un forte stimolo di urinare, come nei casi di ritenzione urinaria acuta.
Ecografia uretrale: L’ecografia dell’ uretra è un’ esame complementare alla uretrografia e viene effettuato con l’ausilio di una sonda ecografia che viene appoggiata sul pene o sul perineo e consente di ottenere informazioni aggiuntive a quelle fornite dalla uretrografia. E’ un’ esame semplice e completamente indolore e non richiede alcuna particolare preparazione da parte del paziente.
 
Ecografia vescicale: L’esame viene effettuato dopo la uroflussimetria e serve per valutare se il paziente è riuscito a svuotare completamente la vescica con la minzione. La presenza di urine in vescica dopo la minzione (residuo post-minzionale) può rappresentare un segno clinico di ostruzione uretrale.
 
Epididimite: infezione acuta del testicolo e/o dell’epididimo. L’orchite-epididimite può insorgere improvvisamente, con febbre anche elevata. La febbre urinaria si può associare ad altri sintomi dell’apparato urinari quali la ritenzione di urine, la disuria e la difficoltà minzionale. Il paziente presenta il testicolo notevolmente aumentato di volume, francamente dolente alla palpazione e con la cute dello scroto arrossata. L’orchite-epididimite è in genere causata da un’infezione a carico dell’apparato urinario, che tramite il canale deferente, si trasmette al testicolo o solo all’epididimo a entrambi. L’orchi-epididimite acuta febbrile richiede l’intervento del medico.
 
Esitazione minzionale: il getto urinario stenta a partire e si ferma durante la minzione. Il paziente percepisce normalmente lo stimolo per fare la pipì, ma, nel momento in cui è pronto per urinare, il getto urinario non parte, oppure parte con piccole gocce per caduta, fino a sviluppare lentamente un getto urinario filiforme. E’ sempre presente una sensazione di dolore sovrapubico o retropubico, dovuto a un incompleto svuotamento della vescica.
 
Febbre urosettica: attacchi di febbre elevata (39°– 40°) con intensi brividi di freddo. La febbre dovuta ad infezioni lungo le vie urinaria può presentare caratteristiche particolari. Può insorgere improvvisamente, salendo subito a valori molto elevati (> 39°) e si associa a forti brividi di freddo. Il paziente chiede di essere protetto da numerose coperte. La febbre urinaria si può associare ad antri sintomi dell’apparato urinari quali la ritenzione acuta di urine, la disuria, la difficoltà minzionale o la presenza di ascessi o flemmoni.
 
Fistola:per fistola si intende una comunicazione anomala tra il canale uretrale ed i tessuti superficiali con fuoriuscita delle urine attraverso questa anomala comunicazione. Il paziente con fistola uretrale in genere, urina sia dal meato uretrale centrale sia dalla fistola.
 
Flemmoni: raccolte di pus nei tessuti periuretrali. Una grave infezione delle vie urinarie si può complicare con la presenza di sacche di pus nei tessuti periuretrali. In questo caso il paziente presenta anche febbre uro-settica, difficoltà minzionali e ritenzione di urine. Inoltre è ben apprezzabile nello scroto o nel perineo una massa rotondeggiante, arrossata e calda al tatto. Altre volte è presente la fuoriuscita di pus dall’uretra o da una fistola cutanea. Il paziente che presenta questa sintomatologia deve essere valutato, con urgenza, in ospedale.
Getto urinario intermittente: il getto urinario s’interrompe e poi riparte. Il getto urinario è debole e fino e la minzione avviene con l’uso del torchio addominale. Il paziente riferisce che per urinare deve spingere usando la pressione addominale come per evacuare le feci. Anche spingendo il getto urinario rimane debole, s’interrompe in continuazione e alla fine della minzione è presente un marcato sgocciolamento post-minzionale. Inoltre, è sempre presente una sensazione di dolore sovrapubico o retropubico, dovuto a un incompleto svuotamento della vescica. Il getto urinario intermittente è tipico nei pazienti con nicturia.
 
Getto urinario sottile o bifido: il calibro del getto delle urine è sottile oppure biforcato. Questo sintomo è tipico nei pazienti con stenosi dell’uretra o con una stenosi del meato urinario esterno. Il paziente riferisce che il getto urinario non è uniforme, le urine escono a ventaglio e questo crea una reale difficoltà minzionale con le urine che bagnano gli indumenti intimi del paziente e i pantaloni.
Incontinenza urinaria: perdita involontaria di urine, senza che il paziente possa arrestare queste perdite. Il paziente deve portare una protezione (pannolone o salva-slip) per proteggere gli indumenti intimi dalla fuoriuscita involontaria di urine. L’incontinenza urinaria può essere “da stress” , tipo “urge” , oppure totale. Nell’incontinenza “da stress”, la perdita delle urine si verifica solo dopo uno sforzo di vario grado (un colpo di tosse, un movimento brusco, uno sforzo per sollevare un peso, etc.). Nell’incontinenza tipo “urge” il paziente avverte fortissimo lo stimolo a urinare, ma questo stimolo è talmente forte, improvviso e urgente che il paziente non ha il tempo per arrivare la bagno, cominciando a perdere alcune gocce di urine prima di arrivare al bagno. L’incontinenza totale, che si può verificare in pazienti sottoposti a chirurgia prostatica, produce una continua perdita di urine, senza alcuno stimolo per il paziente o senza avere la possibità di trattenere queste perdite. Questo tipo d’incontinenza è dovuto ad un danneggiamento irreversibile degli sfinteri urinari, deputati a mantenere la completa continenza delle urine.
 
Ipospadia: L’ipospadia è una malformazione congenita caratterizzata da 3 caratteristiche anatomiche: una anomala posizione del meato uretrale esterno, una curvatura del pene in erezione, una anormale disposizione della cute che riveste il pene. L’ipospadia è la malformazione congenita più frequente dei genitali maschili, con una incidenza alla nascita di 1/300 bambini, con una eziologia multifattoriale, ancora non completamente ben precisata. Alcuni studi recenti hanno dimostrato che l’incidenza dell’ipospadia è in aumento nei paesi sviluppati e un incremento sarà probabile anche nei paesi in via di sviluppo del terzo mondo.
 
Ischemia:per ischemia s’intende un diminuito apporto vascolare all’uretra, con conseguenti danni ai tessuti uretrali. Molti interventi di uretroplastica possono creare un danno alle arterie che irrorano l’uretra con conseguente danno ischemico. L’ischemia prolungata, come si verifica in pazienti sottoposto ad interventi di cardiochirurgia, è una causa riconosciuta di stenosi uretrale.
 
Lichen sclerosus: Il lichen sclerosus causa cicatrici ostruenti che possono creare problemi alla sfera urinaria e sessuale e minare la qualità della vita dei pazienti. I sintomi più frequenti sono il prurito, dolore, difficoltà alla retrazione della cute del prepuzio e getto urinario debole. L’esame clinico rivela le tipiche placche biancastre a macchia di leopardo che coinvolgono il glande, la cute del prepuzio che appare fimotica e la stenosi del meato.
Meatoplastica: L’intervento denominato “Meatoplastica” consiste nell’aprire completamente il meato uretrale ed allargarlo il canale con un innesto di cute o mucosa orale.
Meatoplastica con lembo cutaneo. In questa procedura, il meato viene allargata con un lembo peduncolizzato di cute penieno.
Meatoplastica con innesto di mucosa orale. In questa procedura, il meato viene allargato con un trapianto di mucosa orale.
Meatoplastica con innesto di cute. In questa procedura, il meato viene allargato con un trapianto di cute peniena.
 
Meatotomia: L’intervento denominato “Meatotomia” consiste nell’aprire il meato uretrale verso il basso e lasciare definitivamente il meato uretrale spostato più in basso, lungo la faccia ventrale del pene.
 
Necrosi: per necrosi si intende un danno irreversibile ai tessuti dovuto ad una completa mancanza di circolazione arteriosa nei tessuti coinvolti. In alcuni interventi di uretroplastica peniena, la cute del pene può essere soggetta a necrosi per un inadeguato supporto vascolare.
 
Nicturia: il paziente si sveglia per la necessità di andare in bagno una o più volte durante il sonno. Il paziente, durante la notte, avverte molto spesso lo stimolo per urinare, ogni ora o meno. Il getto urinario stenta a partire e si ferma durante la minzione oppure il getto urinario parte con piccole gocce per caduta, fino a sviluppare lentamente un getto urinario filiforme. Può essere presente una sensazione di dolore sovrapubico o retropubico, dovuto a un incompleto svuotamento della vescica.
Orchite: infezione acuta del testicolo e/o dell’epididimo. L’orchite-epididimite può insorgere improvvisamente, con febbre anche elevata. La febbre urinaria si può associare ad altri sintomi dell’apparato urinari quali la ritenzione di urine, la disuria e la difficoltà minzionale. Il paziente presenta il testicolo notevolmente aumentato di volume, francamente dolente alla palpazione e con la cute dello scroto arrossata. L’orchite-epididimite è in genere causata da un’infezione a carico dell’apparato urinario, che tramite il canale deferente, si trasmette al testicolo o solo all’epididimo a entrambi. L’orchi-epididimite acuta febbrile richiede l’intervento del medico.
 
Perineostomia:L’intervento chirurgico denominato “perineostomia” consiste nel creare una apertura dell’uretra al disotto dello scroto, subito sopra l’orifizio anale, in modo che le urine fuoriescano da questa nuova apertura senza dover attraversare l’uretra per tutta la sua lunghezza. Con questo intervento l’uretra maschile, che è lunga circa 12-18 cm, diventa corta come l’uretra femminile, solo 5-6 cm. Con questo intervento la vescica si svuota molto agevolmente dovendo spingere fuori le urine per un tratto più corto del normale.
 
Primo tempo di uretroplastica secondo Johanson: L’intervento denominato “Primo tempo di uretroplastica secondo Johanson” consiste nell’aprire l’uretra e lasciare definitivamente il meato uretrale posizionato non all’apice del glande ma più in basso, lungo la faccia ventrale del pene.
 
Prurito dei genitali: sensazione di fastidio o prurito lungo il pene, sul glande o nella cute del pene. La presenza di prurito sul pene o sui genitali è in genere dovuta a malattie dermatologiche, tra le quali il lichen sclerusus. In questi casi, sono ben evidenti le lesioni cutanee, di varia natura ed estensione, che possono causare prurito. Alcune pomate possono alleviare il prurito, ma in questi casi è fondamentale che il paziente consulti, in prima istanza, un dermatologo. In assenza di lesioni cutanee evidenti, un lieve prurito lungo il pene, sulla punta del glande, può invece essere il sintomo di una stenosi dell’uretra o del meato urinario esterno.
Ritenzione urinaria: dopo la minzione, la vescica non è completamente vuota e una certa quantità di urine restano in vescica. La ritenzione urinaria può essere acuta o cronica. Nella ritenzione urinaria acuta, il paziente, improvvisamente, non riesce più a urinare, nonostante gli sforzi con la pressione addominale. In questo caso il paziente deve recarsi immediatamente in ospedale. Nella ritenzione cronica, il paziente riesce a urinare, ma senza svuotare completamente la vescica che piano piano accumula urine al suo interno con una sensazione di dolore sovrapubico o retropubico, dovuto a questo incompleto svuotamento della vescica.
Sgocciolamento post minzionale: dopo avere finito di urinare, continuano a uscire alcune gocce di urina. Il paziente avverte normalmente lo stimolo per urinare, riesce a urinare senza particolari problemi, ma alla fine della minzione quando esce dal bagno alcune gocce di urina fuoriescono e bagnano gli indumenti intimi e i pantaloni del paziente. Questo disturbo è tipico nei pazienti che hanno subito interventi chirurgici all’uretra.
 
Stenosi uretra: Il canale uretrale, che nell’uomo adulto è di circa 16-18 cm in lunghezza, può presentare una riduzione od una completa ostruzione del suo calibro chiamata stenosi dell’uretra. Le stenosi dell’uretra maschile possono essere dovute a malformazioni congenite, presenti al momento della nascita, od a patologie acquisite, insorte, a varie età, dopo la nascita.
 
Torchio addominale: per svuotare la vescica il paziente deve spingere con i muscoli addominali. Il paziente riferisce che per urinare deve spingere usando la pressione addominale come per evacuare le feci. Il getto urinario rimane debole, s’interrompe in continuazione e alla fine della minzione è presente un marcato sgocciolamento post-minzionale. Può essere presente una sensazione di dolore sovrapubico o retropubico, dovuto a un incompleto svuotamento della vescica.
Uretra anteriore: L’uretra maschile viene divisa in uretra anteriore ed uretra posteriore. L’uretra anteriore si divide in uretra navicolare, uretra peniena ed uretra bulbare e si estende dallo sfintere uretrale distale al meato urinario esterno. L’uretra anteriore è circondata, per tutta la sua lunghezza, da un tessuto lacunare e ben vascolarizzato che viene chiamato corpo spongioso. L’uretra posteriore si divide in uretra membranosa ed uretra prostatica e comprende il segmento che si estende dal collo vescicale allo sfintere uretrale distale. L’uretra posteriore contiene i due sfinteri urinari, quello prossimale a livello del collo vescicale e quello distale a livello membranoso.
 
Uretra bulbare: L’uretra bulbare si estende dallo sfintere uretrale distale fino all’angolo peno-scrotale. E’ rivestita, per tutta la sua lunghezza, dal corpo spongioso. La lunghezza dell’uretra bulbare varia nei vari individui. Nell’uretra bulbare si aprono i dotti delle ghiandole bulbo-uretrali del Cowper. L’uretra bulbare attraversa il perineo e parte dello scroto.
 
Uretra maschile: L’uretra è il canale serve per portare all’ esterno le urine contenute nella vescica ed il liquido seminale prodotto dalla prostata e dalle vescicole seminali, che contiene gli spermatozoi.L’uretra ha origine dalla vescica, a livello della sua porzione inferiore e anteriore, denominata collo vescicale. Dopo aver attraversato il pavimento pelvico ed il perineo percorre il pene in tutta la sua lunghezza, terminando all’ apice del glande. La lunghezza dell’uretra varia con l’età e nei vari soggetti. Nel soggetto adulto misura in media circa 16-18 cm. La lunghezza dell’uretra è in relazione con la lunghezza del pene. L’uretra maschile può essere suddivisa in vari segmenti.

Uretra membranosa: L’uretra membranosa si estende per circa 1,5 cm, attraversa il diaframma uro-genitale ed è in relazione con lo sfintere uretrale distale.

Uretra navicolare: L’uretra navicolare si estende all’interno del glande fino al meato uretrale esterno. Al suo interno si trova la fossetta navicolare e la valvola di Guerin. L’uretra navicolare è rivestita, per tutta la sua lunghezza, dal tessuto spongioso del glande.
 
Uretra peniena: L’uretra peniena si estende dall’angolo peno-scrotale alla base del glande. E’ rivestita, per tutta la sua lunghezza, dal corpo spongioso. La lunghezza dell’uretra peniena varia nei vari individui ed è in relazione con la lunghezza del pene. L’uretra peniena è mobile e segue l’estensione del pene in erezione.
 
Uretra posteriore: L’uretra maschile viene divisa in uretra anteriore ed uretra posteriore. L’uretra anteriore si divide in uretra navicolare, uretra peniena ed uretra bulbare e si estende dallo sfintere uretrale distale al meato urinario esterno. L’uretra anteriore è circondata, per tutta la sua lunghezza, da un tessuto lacunare e ben vascolarizzato che viene chiamato corpo spongioso. L’uretra posteriore si divide in uretra membranosa ed uretra prostatica e comprende il segmento che si estende dal collo vescicale allo sfintere uretrale distale. L’uretra posteriore contiene i due sfinteri urinari, quello prossimale a livello del collo vescicale e quello distale a livello membranoso.
 
Uretra prostatica: L’uretra prostatica attraversa la ghiandola prostatica e si estende dal collo vescicale al collicolo seminale. Nell’adulto è lunga circa 3 cm, nei bambini, nei quali la ghiandola prostatica non è sviluppata, l’uretra è più corta mentre nei pazienti con ipertrofia prostatica benigna l’uretra prostatica è più lunga.
 
Uretrocistoscopia: Questa indagine viene effettuata in sala operatoria con una leggera anestesia, per consentire un’esecuzione agevole ed indolore dell’ esame, che consiste nell’introduzione di uno strumento metallico (uretroscopio o cistoscopio) dentro l’uretra, per visualizzare il canale uretrale dall’interno. Lo strumento, che può essere di varie dimensioni, viene introdotto nel meato uretrale esterno e viene fatto avanzare delicatamente dentro l’uretra fino ad arrivare, quando è possibile, in vescica. Questo esame costituisce un’ integrazione fondamentale agli esami illustrati sopra e può essere di fondamentale importanza per scegliere l’intervento chirurgico più adeguato.
 
Uretrografia: Si tratta di un’ esame radiologico effettuato con l’uso di mezzo di contrasto che serve per visualizzare il canale uretrale. L’uretrografia retrograda e minzionale, rappresenta l’esame fondamentale per lo studio delle stenosi dell’ uretra e nessun intervento chirurgico sull’uretra può essere programmato senza prima avere effettuato questo esame.
 
Uretrografia retrograda: un piccolo catetere viene posizionato dentro il meato uretrale esterno ed il mezzo di contrasto viene iniettato, attraverso il catetere, dentro l’uretra, in modo da visualizzare il canale uretrale. L’esame non richiede alcuna preparazione, ma deve essere effettuato con la stretta collaborazione del paziente che deve, per qualche minuto,sopportare il fastidio del catetere nel pene e del mezzo di contrasto che scorre lungo l’uretra. I pazienti con una storia di pregressa allergia ai mezzi di contrasto usati in radiologia (iodio) devono avvertire preventivamente il medico. L’uretrografia retrograda e minzionale, rappresenta l’esame fondamentale per lo studio delle stenosi dell’ uretra e nessun intervento chirurgico sull’uretra può essere programmato senza prima avere effettuato questo esame.
 
Uretroplastica in due tempi con mucosa orale: L’intervento denominato “uretroplastica in due tempi con mucosa orale” consiste nel ricostruire il canale uretrale con due interventi chirurgici che vengono effettuati a distanza di tempo uno dall’altro, con l’ausilio di mucosa orale. Con il primo intervento, l’uretra viene rimossa e sostituita con un striscia di mucosa orale ed il paziente presenta un meato uretrale posizionato non all’apice del glande ma più in basso, lungo la faccia ventrale del pene.
Con il secondo intervento chirurgico, l’uretra viene completamente ricostruita il meato uretrale viene riposizionato all’apice del glande, nella sua posizione originaria.
 
Uretrotomia: L’intervento denominato “uretrotomia” consiste nell’allargare il canale uretrale tramite un taglio interno effettuato con un particolare strumento. Questo intervento viene effettuato per via endoscopica, cioè senza incisione chirurgica, entrando nell’ uretra attraverso il meato uretrale esterno e proseguendo con lo strumento fino al tratto stenotico.
 
Urgenza minzionale: il paziente avverte lo stimolo a urinare con fastidio, dolore e urgenza e deve correre in bagno. L’urgenza minzionale spesso si associa a incontinenza tipo “urge”, quando il paziente avverte fortissimo lo stimolo a urinare, ma questo stimolo è talmente forte, improvviso ed urgente che il paziente non ha il tempo per arrivare la bagno, cominciando a perdere alcune gocce di urine prima di arrivare al bagno.
 
Uroflussimetria: E’ un’ esame molto semplice, che viene effettuato nell’ ambulatorio dello specialista. Il paziente urina normalmente in un particolare contenitore collegato con un computer che registra il volume urinario e la velocità di uscita del getto. Per effettuare la uroflussimetria non è richiesta al paziente alcuna preparazione, salvo avere la vescica piena per potere effettuare una minzione in condizioni fisiologiche.
 
Valvole: Le valvole dell’ uretra sono costituite da un’ anomalo sviluppo della mucosa uretrale con la formazione di vere e proprie tende che, gonfiandosi con il passaggio delle urine, possono ostruire il canale uretrale. In genere, sono frequenti nell’ uretra posteriore e possono essere associate a gravi malformazioni vescico-renali. Raramente queste valvole possono essere localizzate nell’ uretra bulbare o peniena. L’ecografia prenatale, in alcuni casi, può evidenziare la presenza di queste malformazioni.